Non fosse che siamo affaccendati in altre faccende, il terzetto dei dilettanti – Monti, Terzi, Di Paola -, responsabili della più barbina figura internazionale del Paese che la Repubblica ricordi, domani dovrebbe essere preso, sfiduciato dal Parlamento e mandato rovinosamente a casa. A mai più rivederci.

Un gruppo di magliari che prima straccia gli impegni liberamente presi tendendo virilmente fuori la mascella, poi, quando si accorge che sta per ottenere il fantastico risultato di avere un ambasciatore incarcerato per spergiuro, e non con un solo organismo di cui facciamo parte – l’Unione Europea, la Nato, le Nazioni Unite – che non si volti imbarazzato dall’altra parte pur di non darci, non dico una mano, ma almeno una dichiarazione in merito, si rimangia tutto in cambio di  un documento che afferma che ai  marò verranno riconosciuti i loro diritti fondamentali e li rispedisce al giudizio dei giudici che una settimana fa, secondo loro, non avevano il diritto di giudicarli.

Magari è una raffinata strategia per convincere gli indiani che un paese di perecottari di questa fata non può aver insegnato ai suoi soldati di prendere la mira. Ma ho dei dubbi, dei forti incontrovertibili dubbi.