Domani, salvo clamorose retromarce, si terrà l’attesissimo e contestatissimo referendum per l’indipendenza della Catalogna. Il governo di Madrid continua a ripetere che la consultazione è illegale e sta facendo di tutto per frenarlo, ma tant’è…

La Catalogna? Gode già di una autonomia molto ampia. E infatti nelle elezioni i catalani non hanno mai dato la maggioranza ai partiti separatisti. Così come non è vero che la regione sia sfruttata economicamente dal governo centrale spagnolo…

La vera posta in palio nel referendum indipendentista di domenica e perché la secessione non potrebbe comunque avvenire a breve, anche se il referendum sfociasse in un plebiscito.

Cosa farà la sindaca di Barcellona, Ada Colau (voterà scheda bianca), e cosa farà la polizia catalana (seguirà le indicazioni del governo centrale o di quello catalano?)…

Le parole della vigilia pronunciate dal leader politico della Catalogna, Carles Puigdemont e l’impatto della consultazione sul futuro dell’Unione europea (il timore dell’effetto domino).

Come si è arrivati alla rottura tra Barcellona e governo spagnolo e il ruolo ambiguo sulla vicenda del Barca, il glorioso e pluridecorato club sportivo della capitale catalana. In realtà le radici dei complicati rapporti tra Catalogna e Stato centrale affondano nelle diverse identità culturali delle due capitali di Spagna…

Dalla Catalogna al Kurdistan iracheno, il grande dilemma che deve affrontare ogni movimento secessionista (arrivati a questo punto della partita). E infine: esiste un diritto alla secessione? La risposta breve è no, ma per le molte zone grigie serve la risposta lunga.

h/t Marco Alfieri