Sheryl Sandberg, la potentissima COO di Facebook (Chief Operating Officer, direttore operativo), in queste settimane sta incontrando molti membri del Congresso statunitense – in particolar modo il Black Caucus, il gruppo di deputati di colore che tratta tematiche riguardanti la condizione dei cittadini afroamericani – per sostenere il rinnovo del DACA abolito da Trump a settembre.

Daca sta per Deferred Action for Childhood Arrivals, ed è il provvedimento di Obama con cui, a partire dal 2012, i giovani giunti irregolarmente coi genitori negli Stati Uniti da minorenni hanno avuto accesso a uno status di immigrato regolare. Il problema è che è un ordine esecutivo, cioè un provvedimento presidenziale che non è passato dal Congresso ma che il Congresso, per forza di cose, dovrà regolare quanto prima perché ci sono milioni di giovani arrivati negli USA prima e dopo il DACA che studiano, lavorano, hanno fatto impresa, hanno messo su famiglia e che quindi sono cittadini statunitensi a tutti gli effetti. E poi ci sono quei giovani, e sono parecchi, che lavorano nella Silicon Valley. Ed è per questo contesto che la Sandberg si trova a parlare con i congressisti americani.

I colossi del web – Apple, Amazon, Facebook, IBM, Microsoft, Google e una dozzina di altre compagnie tech – hanno dedicato molte risorse di lobbying per un rimpiazzo permanente del DACA chiedendo quindi al Congresso di far passare una legge bipartisan che consentirebbe ai giovani immigrati, i cosiddetti “dreamers“, di continuare a lavorare negli Stati Uniti.

Ne scriveva esaustivamente Reuters qualche giorno fa.