Non succederà, ma se dovesse succedere non basterebbe nemmeno Braveheart. Ma non succederà. Anche se per mesi la Gran Bretagna, e il mondo, si sono crogiolati nella certezza che la secessione scozzese non sarebbe mai potuta accadere, prendendola sotto gamba tipo il cieco che entra col cerino acceso nella polveriera. Non succederà perché quando si inizia a rimettere mano ai confini che la storia ha con tanto sangue disegnato, di solito lo si fa intingendo la penna nello stesso calamaio intonso di rosso.

Lo vediamo in Medio Oriente. L’abbiamo visto in Jugoslavia e adesso in Ucraina. Naturalmente possiamo sempre portare ad esempio i cechi e gli slovacchi, ma è ovvio che se anche l’occidente dovesse riaprire la questione degli stati nazionali, può succedere di tutto: Spagna, Belgio, Alto Adige, Corsica. Persino l’inesistente Padania. E diventerà impossibile sindacare sul diritto all’autodeterminazione dei russi di Crimea o del Donbass o dei curdi di Turchia. E l’Europa che espelle un paese e un popolo – dopo un atto di regolare democrazia – che legittimità avrebbe agli occhi dei suoi abitanti? Per questo non succederà. Il cigno nero non esiste, scriveva Nassim Taleb. Mi sa che è vero.