Sarà Real Madrid-Ajax la partita dell’anno? Non lo sappiamo, ma il match di ieri sera al Bernabéu verrà ricordato a lungo nel calcio europeo e non solo per la vittoria dei Lancieri a casa dei Galacticos.

Gli olandesi sembrano tornati ai fasti degli anni Settanta col calcio totale di Rinus Michels e Johan Cruijff, ma, allo stesso tempo, il Real di Solari ha evidentemente chiuso un ciclo di vittorie durato ben cinque anni, di cui gli ultimi tre con la conquista di altrettante Champions League.

24 anni

L’Ajax, con una squadra molto giovane, età media 24 anni, ha messo fine al dominio europeo dei Blancos con un sonoro 1-4 in Spagna che non ammette appelli: Hakim Ziyech e David Neres nel primo tempo, Dusan Tadic (autore anche dei due assist nei primi due gol) e Lasse Schøne nel secondo, hanno tramortito le Merengues con le reti ma soprattutto con un gioco spumeggiante e propositivo fatto di passaggi continui e un pressing molto alto che hanno fatto soffrire i campioni d’Europa sin dai primi minuti.

Un successo che parte da lontano

Difatti, nonostante il periodo buio causato dai continui e inefficaci ridimensionamenti degli ultimi decenni, l’Ajax ha saputo rifondarsi grazie ai suoi ex Edwin van der Sar e Marc Overmars, da un gruppo formato da un paio di veterani e da cinque giovani dal talento immenso cresciuti nel famoso settore giovanile di Amsterdam, e dall’ex difensore (dell’Ajax, manco a dirlo) Erik ten Hag da quest’estate allenatore dei Lancieri. E proprio a Van der Sar e Overmars che va riconosciuto il merito di aver cambiato la mentalità della squadra trattenendo i migliori giovani che nella passate stagioni venivano spesso venduti troppo in fretta.

Van der Sar e Overmars

Gira un aneddoto i cui attori principali sono proprio Van der Sar e Overmars: l’estate scorsa riunirono il portiere Andre Onana, il difensore Matthijs de Ligt, il centrocampista Frenkie de Jong, gli attaccanti Justin Kluivert e Kasper Dolberg per convincerli a restare all’Ajax un altro anno. Fecero vedere dei filmati in cui ciascuno di loro era accoppiato a un grande ex giocatore dell’Ajax: Dolberg a Zlatan Ibrahimovic, Onana a van der Sar, de Jong a Christian Eriksen, Justin Kluivert a suo padre Patrick, ex stella dell’Ajax poi passato al Barcellona e al Milan. I due dirigenti riuscirono a trattenerli tutti tranne Justin Kluivert, passato alla Roma lo scorso anno. Oggi, grazie alla perseveranza dei due dirigenti e all’attaccamento alla maglia dei quattro rimasti, l’Ajax ha vinto una delle più importanti gare dell’anno e arrivare ai quarti di finale di Champions League dopo sedici anni.

Calcio totale

ten Hag ha ripreso la filosofia del “calcio totale” ereditata da Rinus Michels, giocando un calcio a tutto campo senza attendere gli avversari nella propria metà campo ma asfissiandoli col pressing e una serie di passaggi fitti e veloci. Un calcio che, ovviamente, richiede una mole di lavoro e di preparazione enorme, ma proprio perché l’Ajax inizia ad impartire i primi rudimenti già dal vivaio, i Lancieri sono pronti per il salto in prima squadra sin dalle giovanili.

Un potenziale enorme

Di pari passo al gioco, la società è riuscita a costruire un’ossatura bilanciata in ogni reparto, inserendo in ogni ruolo dei giocatori che appena maggiorenni sono responsabili e responsabilizzati per esprimersi ai massimi livelli. Il capitano degli olandesi è il diciannovenne Matthijs de Ligt, difensore centrale in orbita Barcellona o Juventus; il ruolo di regista è affidato al ventenne Frenkie de Jong, comprato a gennaio dal Barcellona per circa 80 milioni e che mercoledì ha surclassato per visione di gioco e classe il Pallone d’oro Luka Modric; alla trequarti l’altro ventenne Donny van de Beek: tutti e tre sono l’ossatura dell’Ajax, tre campioni che probabilmente ricorderemo e vedremo a lungo nel calcio europeo e mondiale.

Tadic, che meraviglia di calciatore

La rosa è completata dai veterani Klaas-Jan Huntelaar, Lasse Schöne, Daley Blind, e da altri cinque giovani stranieri acquistati con lungimiranza: l’esterno marocchino Hakim Ziyech, l’opposto brasiliano David Neres, il terzino argentino Nicolas Tagliafico e il serbo Dusan Tadic, trequartista d’attacco polivalente che contro il Real Madrid ha fatto la differenza disputando una partita straordinaria. A chiudere il cerchio c’è la punta Kasper Dolberg, entrato nella ripresa contro il Real che ha permesso a Tadic di spostarsi più in avanti e di segnare il terzo gol dei Lancieri a suggello di una partita meravigliosa e praticamente perfetta.

 

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Superiorità schiacciante

Che bellezza questo AjaxA Madrid si è presentata una squadra per niente rassegnata dalla maestosità del Santiago Bernabeu e dalla storia del Real; una squadra che ha mantenuto il suo modo di giocare per tutti i 90 minuti, schiacciando i Blancos in ogni zona del campo mettendoli in difficoltà appena toccavano la palla. Il Real, in evidente difficoltà (i tre Clásico persi in stagione, due nell’ultima settimana, si son fatti sentire) di gioco e risultati – due gol fatti, otto subiti – priva di Sergio Ramos squalificato per due giornate (da mona arrogante, oserei dire), probabilmente ha chiuso un ciclo nel peggiori dei modi.

Fine di un ciclo

Florentino Perez, padre-padrone delle Merengues, aveva la possibilità di rinverdire la squadra quest’estate dopo le dimissioni di Zidane e l’addio di CR7, ma ha deciso di puntare allo zoccolo duro madrileno ancora per un anno e i tifosi, già ieri sera dopo la batosta con l’Ajax, chiedono la sua testa.

Il primo a rimetterci, possiamo scommetterci, sarà Santiago Solari: l’allenatore argentino accusato di aver messo ingiustamente da parte due icone come Marcelo e Isco. Del resto è risaputo che Sergio Reguilón e Vinícius Júnior non bastano a scaldare i cuori dei sempre esigenti tifosi madridisti.

Una storia ancora da scrivere

Il 15 marzo, a Nyon, sapremo chi dovrà affrontare l’Ajax ai quarti di finale con la speranza che il sogno bianco-rosso continui fino al 1 giugno, nuovamente a Madrid, ma sponda Atlètico. Ma questa è una storia ancora da scrivere.