È finita come doveva finire. Dispiace – anzi: ci indigna! – che un ministro della Repubblica continui a far campagna elettorale sulla pelle di 170 esseri umani, confondendo la cultura del governo con quella del comando. Dell’assoluta inadeguatezza di Di Maio e Toninelli con la Costituzione e le convenzioni internazionali ci siamo purtroppo abituati, preoccupa e sorprende invece il silenzio del premier a contratto Giuseppe Conte, avvocato e professore di diritto, strappato da una cattedra universitaria per un incarico più grande di lui e mai sfiorato dal dubbio che del diritto si stesse facendo carta straccia. E dispiace constatare che un prefetto come Matteo Piantedosi butti nel cesso la sua storia professionale per non aver imposto un limite al ministro dell’inferno.

Non è coraggiosa la scelta del Procuratore della Repubblica Luigi Patronaggio di indagare Salvini per sequestro di persona, arresto illegale e abuso di ufficio. È solo il dovere di chi ha giurato sulla Costituzione, quella stessa Costituzione offesa, violata, irrisa per dieci giorni da un ministro che ne dovrebbe essere custode. La Procura di Agrigento ha temporaneamente chiuso la falla causata alla dignità del nostro paese, alla sua credibilità internazionale e istituzionale. Il governo ha usato degli esseri umani per negoziare con l’UE, confondendo i tavoli europei con i tavoli delle sagre di paese; una nave della marina militare con un gommone di scafisti; usando la vita di 170 poveri cristi come merce deperibile. Turba, infine, come scriveva Ezio Mauro qualche giorno fa, che tutto questo “fa da specchio all’indignazione popolare, alle sue paure, incertezze, tragedie, piuttosto che risolverle. E così facendo impedisce che quell’indignazione, quelle paure – siano un fenomeno epocale come le migrazioni, piuttosto che il rapporto tra cittadino e Stato, tra cittadino e politica – si emancipino”.

Ma per Salvini è una pacchia, è il martire designato dell’italianità repressa e la vicenda della Diciotti è diventato il gioco degli scacchi tra figuranti: si torna a minacciare l’UE per continuare a ricevere pesci in faccia, ma è una partita in cui Salvini, Di Maio, Toninelli e Conte non hanno nulla da perdere. Noi cittadini invece stiamo perdendo tutto.