Fanno tenerezza, in fin dei conti, litigano sempre tra di loro. Fosse poi per un argomento serio, tipo il Jobs Act o la buona scuola. No, le tessere in calo. Litigano perché credono che siano loro ad averlo più lungo. Col dato di fatto che non riescono mai a portare la discussione – che di serio ha ben poco, ammettiamolo – sul presente e sul futuro: come rimediare? Il problema, che è fisiologico e riguarda tutti i partiti, non è il calo degli iscritti ma come aumentare le adesioni al volontariato politico e alla militanza. Ci si dovrebbe chiedere, tutt’al più, dove nasce lo scollamento tra partito ed elettore; qual è la causa che ha allontanato i partiti dalla loro principale funzione di corpo intermedio tra gli elettori e le istituzioni.

Il perché non è difficile da trovare: i riti classici della politica tradizionale sono cambiati con l’avvento del web e dei social network che, in larga parte, hanno sovvertito i canoni tradizionali della militanza. Il partito “pesante”, fatto di organigrammi precompilati ed infiniti, di strutture elefantiache complicate tanto quanto la burocrazia che così tanto odiamo, non è più fattibile nel XXI secolo. La semplificazione deve necessariamente partire anche dalle basi politiche: i partiti devono snellirsi e diventare esattamente come l’elettore oggi richiede.

Il modello di rappresentanza attuale, basato sulle ideologie partitiche da Prima Repubblica, è desueto e inutile. La frattura è sotto gli occhi di tutti. L’occidente vive una stagione post ideologica e post capitalistica che quel vecchio modello di rappresentanza ormai non attira più nessuno. Bisogna cambiare gli stimoli a tutti i costi, la frattura è evidente. Lo stimolo nuovo da usare non è difficile ma è impegnativo: utilizzare le regole della condivisione, della trasparenza e della partecipazione. Ma, badate bene, rovesciando la piramide: partendo dalla base (il territorio) per arrivare alla cima che sarà, comunque, una struttura centrale forte ma leggera. Le gerarchie fluide consentiranno di aprirsi alle associazioni e ai movimenti civili sparsi in tutto il territorio, e consentiranno, soprattutto, di recuperare quel consenso perduto che non è più fatto di tessere ma di fidelizzazione della credibilità.

Il partito chi ci riuscirà per primo avrà vinto la sua personale gara e avrà dato forma alle diffidenze dell’elettore. E l’avranno riconquistato.