Essere capaci e competenti non è più un requisito necessario per occupare le principali cariche di governo

 

Probabilmente non c’è mai stato in Italia un ministro così incapace e incompetente come Danilo Toninelli, responsabile pentastellato al Dicastero delle Infrastrutture. Sul caso Morandi questo governo ha dato ampiamente prova della propria incapacità, ma le parole del ministro in Aula, quando ha dichiarato di aver subito pressioni per non rendere pubblica la concessione ad Autostrade, sono decisamente fuori ogni range di capacità e competenze politiche.

Martedì 5 settembre, durante le comunicazioni alla Camera per il disastro di Genova, Toninelli afferma che “Nonostante le pressioni, interne ed esterne, che abbiamo subito, abbiamo messo a disposizione della collettività atti che tanti cittadini nel corso degli anni hanno richiesto all’Amministrazione, vedendosi sempre sbattere portoni in faccia”.

Da quel momento, tutto il mondo obietta in una sola lingua: caro Toninelli, se hai subìto pressioni devi denunciare facendo nomi e cognomi perché le accuse fatte in Aula vanno denunciate alla Magistratura, non solo sui social.

Alle 13.30 di mercoledì 6 settembre, l’indomani, il ministro se ne esce con questo tweet perentorio:

I documenti pubblicati da Toninelli sono datati gennaio e marzo 2018, ovvero sei e tre mesi prima che ricevesse la nomina a ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti dal presidente Mattarella. Nella fattispecie, quei documenti sono stati inoltrati al Ministero quando era presieduto da Delrio e, in estrema sintesi, diffida il Ministero a non rendere pubblici alcune parti del contratto di concessione perché Autostrade è una società quotata in borsa e le parti finanziarie non si possono rendere pubbliche onde evitare il reato di aggiotaggio. Significa che se qualcuno ha ricevuto pressioni, quel qualcuno è Delrio, non Toninelli. E, volendo sorvolare sull’intera questione, va detto che Delrio ha pubblicato la concessione omettendo i dati finanziari in cui era effettivamente possibile l’aggiotaggio.

In serata, sul blog dei 5Stelle, il ministro Toninelli pubblica un post in cui, oltre a rincarare la dose su Aiscat (l’associazione delle società concessionarie di autostrade e trafori), accusa la famiglia Benetton di essere azionista del gruppo Repubblica-L’Espresso:Toninelli sul blog dei 5Stelle
La risposta, stavolta, arriva direttamente dal direttore di Repubblica, Mario Calabresi:

Non finisce nemmeno qui: la stessa sera, ospite di “In Onda” su La7, Toninelli torna sulle ‘pressioni interne ed esterne’ per non desecretare i documenti sulle concessioni: “L’Aiscat ha mandato i documenti al ministero dicendo di non pubblicarli perché lo Stato sarebbe stato passibile del reato di aggiotaggio. Alcuni dirigenti del ministero temevano di finire in mezzo a una strada ma da cittadino sono felice che ci sono state persone che poi le hanno pubblicate”. Poi torna ad attaccare Repubblica: “La vecchia politica ha permesso la creazione di questa mangiatoia che ha dato ai privati miliardi. Ci sono persone del gruppo Repubblica-L’Espresso nel cda di Atlantia. Purtroppo alcune linee editoriali lasciano qualche dubbio”.

La risposta di Calabresi a stretto giro: “Il ministro Toninelli si sta specializzando in allusioni, tira il sasso e nasconde la mano. Prima ha dichiarato in un’aula parlamentare di aver ricevuto condizionamenti per non rendere note le concessioni autostradali, poi si è rifiutato di fornire elementi concreti su fatti e persone. Ieri sera ha avanzato “dubbi” sulle “linee editoriali” di Repubblica e de l’Espresso, insinuando che sarebbero condizionate dalla presenza come consigliere indipendente di Monica Mondardini nel cda di Atlantia. […] Il ministro Toninelli dovrebbe imparare ad accettare le critiche che gli vengono mosse, nel nostro caso mosse da una sua oggettiva incapacità e inconcludenza, e smettere di alimentare sospetti infondati. Piuttosto chiarisca la natura di quei “dubbi”. In una vicenda come quella di Genova che necessita della massima trasparenza, la cosa peggiore che possa fare un rappresentante delle istituzioni è inquinare il dibattito con allusioni e insinuazioni.”

Il capolavoro di Toninelli, se negli ultimi giorni siete stati fuori dal mondo, sta nei due documenti di Aiscat e Autostrade in cui il nostro eroe sostiene ancora l’ipotesi di pressioni per mantenere il segreto sui dettagli della concessione. I due documenti indicano il primo e unico caso di un ministro pressato ancor prima della sua nomina. La logica di Toninelli fa acqua da qualunque parte la si guardi; d’altra parte, dalle elezioni del 4 marzo, essere capaci e competenti non è più un requisito necessario per occupare le principali cariche di governo.