E quindi siamo arrivati all’ultimo controcorrente del 2013. Non ho il coraggio di guardare quello che avevo scritto nell’ultimo post del 2012. Temo di essere stato ottimista. Guardandolo indietro è stato un anno orrendo. Credo abbia avuto un solo pregio: la rapidità con cui ha bruciato i protagonisti.

Un anno fa parlavamo in bersanese e l’affossatore della patria Monti sembrava candidabile a tutto. Dieci mesi fa il Movimento 5 Stelle era la tempesta che scardinava tutto e oggi sono contenti di aver versato due milioni e mezzo di euro sull’Iban delle piccole e medie imprese. Otto mesi fa Napolitano era il re taumaturgo, il De Gaulle italiano, oggi non una delle sue pensate primaverili – dal governo delle larghe intese alla commissione dei saggi – è ancora in vita. Sette mesi fa c’era chi pensava che Letta e i suoi ministri fossero la giovane e spigliata Italia del futuro. Tre mesi fa c’era chi pensava che Alfano fosse la destra di stampo europeo che in Italia non c’è mai stata.

Nel tremendo setaccio della crisi adesso è il turno di Renzi. Mi viene voglia di augurargli il successo, perché ho paura dell’ultimo controcorrente del 2014. Tanti cari auguri a tutti!